Cellulite/PEFS: cause/concause – Gli stadi e le varianti
INTRODUZIONE
Quando venne introdotto, Il termine “cellulite” definiva le modificazioni del pannicolo adiposo sottocutaneo. Per molti la “cellulite” venne intesa come una infiammazione degli adipociti sottocutanei. A partire dall'inizio degli anni 80 si chiarirono gli aspetti istopatologici della “cellulite” e si stabilì la distinzione tra due tipi di situazioni, molto diverse.
Una era l’adiposità localizzata, caratterizzata semplicemente da un aumento del volume degli adipociti (gli adipociti non aumentano di numer in età adulta)
L'altra era la panniculopatia edemato-fibro sclerotica (PEFS) ovvero la cosiddetta e tanto temuta “cellulite”.
Negli anni l'esperienza e la ricerca hanno dimostrato che le forma pure di ADIPOSITA' LOCALIZZATA o PEFS sono piuttosto rare mente non è raro, anzi, è molto comune riscongtrare la presenza di forme miste: una zona che presenta un aumento di adiposità, ha maggiori possibilità di dare origine al processo della panniculopatia (cellulite).
COS'E'?
Quindi…cos’è la “cellulite”, o meglio cos’è la PEFS?
E’ una patologia e non un “inestetismo della cute”, è un vero e proprio “disordine microvasculo-tissutale”.
Alla base di tutto si ha una alterazione del microcircolo veno-linfatico, quindi una diminuzione dell'ossigenazione del tessuto, che con il tempo conduce ad una stasi circolatoria e ad un accumulo di liquidi e cataboliti (prodotti di rifiuto prodotte dal metabolismo della cellula) a livello dell’interstizio cellulare (spazio compreso tra le cellule). La cellula viene quindi a trovarsi in uno stato di sofferenza generale non riuscendo più ad eliminare le sostanze di rifiuto e l’accumulo delle stesse rende difficoltoso l’arrivo di ossigeno ed elementi nutritivi per la cellula stessa, scatenando un dannosissimo circolo vizioso che contribuisce a peggiorare il fenomeno. Il tessuto forma nuove fibre di collagene che legano gli adipociti (cellule di grasso) tra di loro, formando veri e propri gruppi di noduli, micronoduli.
Con il progressivo aggravamento del danno, tali noduli aumentano di numero e dimensione, tendendo ad unirsi formando noduli palpabili sulla superficie cutanea. In questo contesto, il danno vascolare è progressivo aumenta l’incapacità di drenare i cataboliti cellulari e di conseguenza la sofferenza cellulare, che condurrà con il tempo alla fibrosi e alla sclerosi del tessuto.
A tali modificazioni microscopiche corrispondono altererazioni dell’aspetto esterno quali:
Modificazioni del profilo cutanea
Pelle a “buccia d’arancia”
Cute secca, spesso esfoliata.
Questi sono noti in estetica come INESTETISMI e sono proprio ciò che l'estetica può cercare di combattere attraverso, prodotti, ma non solo: è fondamentale comprendere che un approccio più articolato, che comprende uno schema alimentare bilanciato e corretto, l'attività fisica specifica per questo tipo di problema e l'azione del massaggio, è necessario per risultati di successo.
SEGNI e SINTOMI
Presenza di micro o macronoduli, percepibili alla palpazione
Cute ipotermica (fredda)
Possibile presenza di smagliature e/o teleangiectasie (capillari) con predisposizione ai piccoli ematomi (“lividi”)
Cute ipotonica ed ipotrofica che segue la postura
Dolore alla palpazione
Pesantezza e/o stanchezza degli arti
CAUSE E CONCAUSE
Disordini alimentari, abuso di sale, grassi, alcool, caffè, familiarità (ereditarietà) – predisposizione sovrappeso e/o obesità vizi posturali (piede piatto o cavo) malattie vascolari malattie endocrine (ormonali) utilizzo di alcuni farmaci (es. anticoncezionali) gravidanza fumo sedentarietà abbigliamento costrittivo stipsi
GLI STADI
Man mano che il danno vasculo-tissutale aumenta è possibile evidenziare un peggioramento del quadro anatomofunzionale.
E’ vero però che gli stadi sono solo delle evoluzioni e dei peggioramenti didattici ma nella realtà, nella stessa persona, quasi sempre, troviamo zone cutanee con stadi diversi di Pefs.
I stadio (edema) – Si ha una iniziale alterazione della permeabilità capillare. In questo stadio la paziente avverte solo un’iniziale pesantezza agli arti inferiori.
II stadio (modificazione dell’adipocita) – Si ha un progressivo accumulo di scorie metaboliche che vengono eliminate in modo sempre più difficoltoso. Inizia a farsi evidente l’aspetto della cute a “buccia d’arancia”, un piccolo accumulo adiposo e la cute perde parte della sua elasticità.
III stadio (fibrosi) – Inizia a comparire la fibrosi del tessuto e anche le prime teleangiectasie (capillari). Alla palpazione il tessuto risulta pastoso e si avverte la presenza di piccoli noduli. La cute può risultare fredda e dolente alla palpazione.
IV stadio (fibrosi avanzata) – In questo stadio la fibrosi dei tessuti inizia a farsi evidente; la palpazione suscita vivo dolore. L’arto inferiore presenta segni e sintomi legati all’insufficienza vascolare.
V stadio (sclerosi) – In questo stadio (irreversibile) vi è una vera e propria fibrosi e sclerosi dei tessuti.
LE VARIANTI
Cellulite compatta o dura – E’ la cellulite della persona giovane. E’ una cellulite che non subisce modificazioni sollevandosi dalla posizione supina (sdraiata) a quella eretta. La palpazione è dolorosa. Pinzando con le dita la cute il tessuto sembra adeso ai piani sottostanti.
Cellulite molle – Si manifesta soprattutto nella donna di mezza età con tessuto cutaneo ipotonico, oppure nelle persone che hanno subito molte variazioni del peso coproreo. I tessuti sono ricchi di liquidi e questo causa il ballottamento durante i movimenti e nel passaggio dalla posizione (supina sdraiata) a quella eretta.
Cellulite edematosa – E’ la conseguenza di patologie circolatorie degli arti inferiori. Si ha sempre molta ritenzione idrica. La palpazione è dolorosa; talvolta è dolorosa anche la semplice deambulazione.